Gino Girolomoni, scomparso improvvisamente e in modo inaspettato nel marzo del 2012, è stato uno dei pionieri del biologico in Italia, ma non solo. Si può dire che “Quaderni Valtellinesi” sia stato accompagnato, nei suoi 40 anni di storia, da questa figura profetica per tre decadi, tanto da rendere la sua presenza significativa anche nella provincia di Sondrio, oltre che nelle Marche dove egli ha sempre vissuto. In questi giorni esce in libreria un libro che racconta questa avventura e che aiuta a capire l’importanza di una figura eccezionale. “Adonai, Ti aspetto sulla collina” è una raccolta antologica di scritti di Girolomoni, curata da Dario Benetti. Una raccolta di articoli editi ed inediti, di lettere e di documenti provenienti dall’archivio di Montebello, il monastero in cima ad una collina delle Cesane, a dieci chilometri da Urbino che oggi è la sede di una importante azienda di produzione di pasta, di un mulino, di un agriturismo. Qui, nel 1380, il beato Pietro Gambacorta fondò l’ordine eremitico dei Girolamini (eremiti di S.Girolamo) insieme a dodici compagni, qui Gino Girolomoni insieme alla moglie Tullia Romani e ad un gruppo di sostenitori, decise di andare a vivere, tra i ruderi abbandonati, per riportare la vita in collina, a metà degli anni ’70. E’ una scelta radicale di vita in cui ha un ruolo importantissimo l’agricoltura biologica (in un momento storico in cui i prodotti biologici erano relegati a qualche farmacia). Un aspetto di una questione più grande: “un nuovo modello di sviluppo, il superamento della cultura industriale, l’armonia del territorio di collina e di montagna, con gli uomini, gli animali e le piante.” Prima però di essere una scelta culturale e sociale controcorrente, negli anni in cui tutto sembrava indirizzarsi verso una società industriale e consumistica, verso l’abbandono delle campagne e della montagna e un proliferare delle periferie metropolitane, quella di Girolomoni fu una scelta mistica e religiosa. Sulla collina di Montebello si aspettava la venuta di Adonai (in ebraico 'Ădhünāy è il termine con cui il popolo pronunciava il nome del Signore, non potendosi proferire il termine YHWH delle scritture); ci si preparava alla Parusia, prima di ogni altra cosa, con una forte tensione escatologica. La lettura di questa raccolta di testi racconta la storia di una amicizia e ci avvicina al mistero di una persona. Chi crede nel mistero delle cose sa che non possiamo conoscere tutto, ma che ci è concesso di avvicinarci pazientemente, in punta di piedi, allo svelamento di parte del mistero stesso. Così avviene in queste pagine, nella ricchezza degli incontri, nella poliedricità degli interessi, nel racconto delle mille difficoltà interposte sul cammino, dei dolori e delle gioie della vita, un po’ alla volta comprendiamo il cammino di un uomo che ha basato la vita sulla ricerca della verità e dell’incontro con il suo Signore. Molti intellettuali e uomini di cultura sono rimasti affascinati da Montebello: da Guido Ceronetti a Sergio Quinzio, da Vittorio Messori a Ermanno Olmi, da Ulderico Bernardi a Leo Moulin, da Emmanuel Anati a Giorgio Fornoni, da Piero Stefani ad Alexander Langer, tutti hanno contribuito e portato qualcosa all’esperienza di Gino e ne hanno evidenziato degli aspetti, ma forse solo la lettura dei suoi scritti in questo testo ci dà la possibilità di avvicinarci alla grandezza di quest’uomo a cui non bastava la parola rivelata: aveva bisogno di camminare nel deserto, come fece per anni nelle campagne archeologiche in Israele alla ricerca del vero Sinai, seguendo la strada di Mosè e dei profeti, per dialogare con Dio; Gino aveva ereditato la forza e il coraggio del Duca di Urbino, Federico da Montefeltro, di cui scrisse una memorabile ricostruzione storica nel 1982, interpretata da Giorgio Albertazzi.
Come scrive il figlio, Giovanni Battista, nella postfazione del libro, il sogno è divenuto realtà, la cooperativa Girolomoni è una filiera di oltre 400 agricoltori bio, con quasi 30.000 ettari coltivati, che si occupa di tutte le fasi: dalla coltivazione del grano alla pasta ed è l’unica realtà al mondo ove ogni fase della produzione della pasta è completamente dedicata la biologico ed è di proprietà degli agricoltori stessi.