Il primo quadrimestre 2021 significa numero 130 di Quaderni Valtellinesi e inizio del quarantesimo anno di vita. In questo anno così particolare, in cui speriamo di uscire definitivamente dall’incubo della pandemia di COVID-19, la foto d copertina con i raggi del sole al tramonto sull’alpe Prabello in Valmalenco sembrano sottolineare il clima di cambiamento epocale di questo periodo. E’ del resto la domanda che si pone l’editoriale: “Che cosa abbiamo imparato?”, le cose domani non saranno come ieri e anche noi dobbiamo essere preparati a scelte adeguate ad una nuova epoca.
Robi Ronza, nella rubrica “Una cultura per vivere” presenta il fotografo Carlo Meazza e il suo ultimo lavoro sulla transumanza in Lombardia (Reménch), un mondo particolare che attraversa anche le nostre valli con le greggi di centinaia di pecore che risalgono dalla pianura.
Dalla Valtellina si apre con la natura incontaminata della montagna, al centro del servizio fotografico di Gianfranco Scieghi, grazie al quale ci avviciniamo agli animali selvatici e ai loro cambiamenti stagionali. Dario Benetti presenta una delle aziende agricole che più si stanno distinguendo in Valtellina per la qualità e l’eccellenza della produzione, la Taiada di Giancarlo e Nicola Bongiolatti, ora impegnata anche nel recupero di un alpeggio, con metodo biologico certificato. Gianluigi Garbellini apre uno squarcio sulla vita quotidiana del passato a Tirano e in particolare sul tema delle scuole pubbliche nel Seicento, un tema di cui poco si è parlato finora, ma che ci permette di comprendere meglio quali fossero le proposte educative del tempo in una valle alpina. Guido Scaramellini fa invece luce su una delle opere d’arte più interessanti della Valchiavenna, l’altare a portelle di Ivo Strighel (1499), conservato nella chiesa di Santa Croce a Piuro e di cui molti hanno cercato di capire la provenienza. Stefano Zazzi infine sospende per un numero la sua rubrica dedicata allo stato dell’arte delle Olimpiadi 2026, per ricordare la restauratrice Pinin Brambilla, recentemente scomparsa, che oltre ai grandi capolavori, come l’ultima cena di Leonardo, aveva dedicato la sua attenzione anche a varie opere del Bormiese.
“Eppur si muove”, la rubrica curata da Giorgio Fornoni ha per oggetto il tema del flusso migratorio tra Messico e Stati Uniti e le forme di assistenza che le comunità cristiane hanno creativamente messo in atto per sostenere i migranti. Tre recensioni, infine, chiudono questo numero: l’ultimo libro dedicato al poeta Bertacchi, il libro autobiografico di Paolo Massobrio (Del bicchiere mezzo pieno) e l’attività dell’associazione il Sentiero dei sogni di Pietro Berra a Como, una esperienza da imitare.