Un patrimonio affascinante e sconosciuto, diffuso su una vasta area della montagna orobica valtellinese, viene studiato e approfondito rivelando i segreti della storia medievale valtellinese. La ricerca, condotta per anni con rilievi architettonici e fotografici, ha portato alla luce architetture di impianto alto-medievale rimettendo in discussione le tesi di molti storici. Nelle selve dei comuni di Caiolo, Fusine, Colorina, Forcola, Tartano, Talamona e Delebio sopravvivono monumenti di straordinaria bellezza nel più completo abbandono. In essi rivive lo spirito e la suggestione simbolica della cultura romanica medievale, l'eredità dei magistri comacini che, fin dall'epoca longobarda (sono infatti citati nell'editto di Rotari) erano i depositari dei segreti costruttivi della civiltà romana. L'introduzione di Rita Pezzola, ricercatrice paleografa, corrobora con la lettura di alcune pergamene del IX e X secolo, l'ipotesi di una colonizzazione di questi territori molto anticipata rispetto all'anno 1000, mentre la prefazione del prof. Santino Langé amplia lo sguardo sulla dimensione europea del fenomeno della casa rurale medievale in pietra. "una tradizione costruttiva -come scrive Langé nell'introduzione- che travalica la storia degli stili dell'architettura e dell'edilizia e rimane come episodio non dico marginale ma come una fase costantemente alternativa all'architettura ufficiale dell'ambiente e del paesaggio, alternativa -ma non per questo meno importante, non per questo secondaria- carica di altri valori che la cultura della città non ha altrettanto saputo portare avanti adeguatamente nel tempo."
La determinante collaborazione del Parco delle Orobie valtellinesi nella pubblicazione del libro è un auspicio affinché questo delicato sistema paesaggistico possa trovare una adeguata valorizzazione e non rischi -come attualmente accade- di restare in balìa di qualsiasi occasionale intervento edilizio, senza alcuna protezione o vincolo di sorta.