Nell’ottobre del 1981 usciva il primo numero di Quaderni Valtellinesi: un gruppetto di ragazzi neo-laureati, di matrice cattolica, già impegnati da alcuni anni nelle attività del centro culturale “Don Minzoni” di Sondrio, prese ispirazione da un movimento che, in quegli anni, rappresentava la voce di un popolo libero nei regimi socialisti della “cortina di ferro”, il Samizdat. I dissidenti riuscivano a realizzare un’importante rete di auto-editoria utilizzando i metodi più artigianali, con fogli battuti a macchina e ciclostilati, moltiplicati con la carta carbone e con il ciclostile o stampati con macchine clandestine semi professionali. Si trattava della società parallela, descritta da Charta ’77 e dai suoi principali esponenti. Se potevano farlo loro, in un regime privo di libertà, perché non si poteva fare anche in Valtellina e Valchiavenna?

Oggi, in un mondo completamente cambiato Quaderni Valtellinesi festeggia i 40 anni di pubblicazione con l’uscita del numero 132: un numero particolare, che rievoca la storia della rivista, a partire dall’editoriale, ma anche in un articolo di Alfonsina Pizzatti, che prende spunto da questa ricorrenza per rievocare la lunga collaborazione con i Quaderni di Giulio Spini (di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita).

Robi Ronza, nella rubrica una cultura per vivere, intervista un ricercatore valtellinese, il prof. Ruggero Sainaghi, professore associato di economia aziendale allo IULM di Milano, sul futuro del turismo nelle Alpi.

Roberto Ferranti apre la rubrica Dalla Valtellina e dai Contadi con la seconda parte del suo suggestivo contributo sulla “Ricerca floristica nella Rezia Italiana”, con molte immagini di rare specie naturalistiche censite in varie località. Dario Benetti e Bianca Bianchini aprono invece uno squarcio su episodi poco conosciuti della Seconda Guerra Mondiale nelle nostre valli, con documenti inediti e una intervista sugli scontri che si intensificarono, a partire dal 1944 tra la Guardia Nazionale Repubblicana e la Resistenza, con drammatici episodi e uccisioni di civili.

Nella consueta segnalazione di aziende e start-up, in questo numero si racconta Nicola De Petri, che da ormai dieci anni, ha trasformato il paesaggio in un tratto di fondovalle in comune di Forcola, con coltivazioni di piccoli frutti e con la sua Frutteria.

Guido Scaramellini rievoca la figura. Ancora poco conosciuta, di Giovan Battista Cerletti, un chiavennasco fondatore della prima scuola enologica italiana alla fine dell’Ottocento mentre Gianluigi Garbellini ci accompagna alle porte della Valtellina, in visita ad una delle chiese romaniche più importanti dell’alto lago di Como: Santa Maria del Tiglio, un capolavoro architettonico che merita un visita apposita.

Una eccezionale esclusiva è presentata, nella rubrica Eppur si Muove, da Giorgio Fornoni. Si tratta dell’intervista, realizzata alcuni anni orsono, a Dmitrj Muratov, giornalista russo, recentemente insignito del premio Nobel per la pace 2021.

Nelle Recensioni, Roberta Muttoni presenta l’ultimo titolo di Quaderni Valtellinesi, l’antologia degli scritti di Gino Girolomoni, presentata a fine novembre a Sondrio, mentre Silvia Massera ricorda la figura del padre Sandro educatore e storico di cui ricorre il centenario della nascita. Infine Dario Benetti presenta l’ultimo libro di Paolo Cognetti giovane scrittore di montagna, che nel 2017 vinse il Premio Strega e che ora ripropone un nuovo romanzo centrato sul paesaggio alpino.